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Intervento LAURA CANAVACCI
Commissione Regionale Toscana di Bioetica
Buonasera, sono Laura Canavacci, sono della Commissione Regionale di Bioetica, intanto ringrazio veramente gli organizzatori del convegno per questa serata, io vi porto i saluti di Alfredo Zuppiroli che è il Presidente della nostra Commissione, il quale si scusa, non è potuto venire personalmente oggi perché impegnato già in un convegno, ha incaricato me e io ovviamente mi farò portavoce in seno alla Commissione delle riflessioni e anche dei contenuti degli interventi molto interessanti e molto belli che io oggi ho ascoltato. Non voglio rubare altro spazio al dibattito perché credo che sia un aspetto su cui gli organizzatori invece tenevamo molto, soltanto un minuto per una riflessione personale, che poi è appunto un personale apprezzamento per come nell’organizzazione di questo convegno sia stato dato un senso secondo me molto corretto al “Diritto ad una vita dignitosa”. Il concetto di “dignità” è un concetto molto scivoloso, molto liquido, un concetto sul quale tutti ci mettiamo d’accordo, da un punto di vita emotivo con la pancia siamo tutti d’accordo, ma sotto il quale poi è un grande ombrello e ci possono stare cose, anche molto differenti. Io credo che il modo in cui questo convegno ha interpretato il senso della dignità della persona gravemente disabile sia straordinariamente completo, perché da una parte – io almeno così ho percepito oggi – c’è il riconoscimento di una centralità della volontà, della personalità, della creatività della persona gravemente disabile, che è il punto di partenza, che è il riconoscimento primo, a me piace moltissimo il titolo dell’organizzazione “Vita indipendente” perché mette al centro l’idea che c’è qualcuno che come tutti gli altri è autonomo, è indipendente, ma è anche creativo e ha bisogno di spazi di creatività. Di creatività e di libertà io mi sento in questo momento anche di dover fare un riferimento a quella che poi è la libertà nella tutela della salute individuale, quindi a quanto sancito dall’art. 32 della Costituzione, quindi la libertà anche da interventi non voluti; dall’altra però c’è stato un collegamento molto forte al fatto che la persona anche libera, anche autonoma, anche indipendente non fa e non compie nessuna scelta da sola, in solitudine, ma la compie all’interno di un contesto che è fatto di relazioni, e per questo io sono molto contenta perché oggi ho avuto l’occasione di entrare in questa relazione e guardate che io mi occupo di bioetica da tanti anni e non è facile entrare bene in un’idea senza essere dentro una relazione, una relazione effettiva, e già la presenza… e io per questo ringrazio Luca Pampaloni e Roberto Guerrieri per avermi permesso una relazione diretta con loro. Poi credo che questo convegno abbia messo dentro all’idea che l’esercizio di un diritto ad una vita dignitosa è compatibile unicamente con una società che nel suo complesso nel riconoscimento reciproco dell’individualità costruisce il senso del riconoscimento e della solidarietà. Credo che sia un modo molto importante questo, soprattutto in questi giorni, perché per una persona come me che crede che la rivendicazione dell’autonomia sia un aspetto fondamentale della vita dignitosa, del concetto di dignità e della difesa della dignità individuale, deve essere anche detto con chiarezza che questa rivendicazione non può in nessuna maniera essere interpretata, soltanto nei termini di dirci che cosa non possiamo fare agli altri, non imporre trattamenti non voluti, sono cose importanti, ma che rimarrebbero prive di senso se interpretate in antitesi e non invece solamente in un doveroso completamento di un impegno che dovremo assumere ciascuno di noi personalmente, ma la società e le istituzioni in primo luogo, a rimuovere quegli ostacoli - oggi l’ho sentito tante volte – che poi effettivamente rendono impossibile un esercizio completo – ripeto – libero e creativo di una vita indipendente. Vi ringrazio, e vado via con il compito appunto di riferire alla Commissione, l’ufficio di presidenza è la prossima settimana, quindi mi faccio portavoce di quanto oggi ho appreso. Grazie.