INTERVENTO  Alberto Guerrieri Referente

 www.dirittovitadignitosa.it

 Buongiorno a tutti, ringrazio per la partecipazione.

Entro subito in argomento per spiegare che il tema, l’oggetto di questo convegno ha tra le finalità anche quella di dare Peso, dare Voce e Credibilità alla nostra Proposta di Integrazione alla Legge 112/2016 cosiddetta Dopo di Noi, utilizzando Bandi di Servizio Civile  finalizzati all’Inclusione Sociale delle Persone Disabili Gravissime in Dipendenza Vitale, Dopo la morte dei loro Cari. Per sostenere questo Progetto, l’Ass. Diritto Vita Dignitosa ha iniziato a raccogliere nella Regione Toscana, a partire dal gennaio 2018, moltissime firme. Tra le più significative i Sindaci di Livorno / Filippo Nogarin, Piombino / Massimo Giuliani, Suvereto / Giuliano Parodi, Castagneto Carducci / Sandra Scarpellini.

Cosa richiediamo con queste firme: Riporto integralmente il testo sul quale sono vergate:

“Si richiede che all’interno di Bandi di Servizio Civile / Legge 64-2001 sia Nazionali che Regionali, siano riservati dei posti e/o pubblicati Bandi Specifici per Progetti di Integrazione alla Legge 112/2016 a favore delle Persone Disabili Gravissime in Dipendenza Vitale.

Offrire alle Persone affette da Disabilità Gravissima l’opportunità di relazionarsi con la Comunità attraverso un SOSTEGNO FISICO, MORALE E PSICOLOGICO che trasferisca a questi Ultimi, a questi Casi Estremi, la CERTEZZA di un’appartenenza ad una Comunità che si sia assunta l’impegno di accettarli e sostenerli anche Dopo la morte dei loro Cari.”

 

Due parole sulla Legge 112/2016. E’ una Legge che definisce misure finalizzate ad assicurare la CURA E

L’ASSISTENZA delle Persone affette dalle diverse Patologie e Gravità della Disabilità. Quindi una Legge OMNICOMPRENSIVA estesa a tutti i livelli della Disabilità. Semplifico: Disabilità LEGGERA,

MEDIA, GRAVE, GRAVISSIMA, GRAVISSIMA IN DIPENDENZA VITALE.

Prima del 2014, nella Regione Toscana non esisteva la Definizione di Persona Disabile Gravissima in Dipendenza Vitale. Abbiamo lottato ben 3 anni per ottenere la DEFINIZIONE riportata nel PARERE

103/2014 definito dal Consiglio Sanitario della regione Toscana. Chi sono questi Ultimi? Sono i Casi Estremi, i Senza Voce, i malati terminali di SLA; Alzheimer, i cosiddetti LOCKED-IN degenerativi insieme con i LOCKED-IN traumatici come quelli conseguenti ad incidenti stradali.

Per giungere a questa Definizione abbiamo chiarito che le Persone Disabili, in quanto Persona, sono Tutte Uguali tra di loro. Si distinguono unicamente sulla base delle reali e concrete necessità assistenziali loro riconosciute da un’apposita Commissione. Ne consegue che questi Ultimi sono tutelati da Progetti Socio- Assistenziali Personalizzati che attribuiscono loro un’assistenza di 24 h./giorno.

 

L’esigenza della Proposta in oggetto nasce dalla considerazione che il Dopo di Noi, riferito nello specifico alla Disabilità Gravissima, comporta una complessità di problemi tali da rendere questa gestione  oggettivamente Diversa da tutte le altre.

Le Persone Disabili Gravissime in Dipendenza Vitale, i Casi Estremi, i Senza Voce sono stati definiti da Papa Francesco “ INVISIBILI”. Lo sono ancora di più nel contesto di una Crisi Globale che ha determinato una enorme Faglia Sociale tra il Continente di Chi ce la fa ed il Continente di Chi non ce la fa. E’ nato così l’Individualismo: SI SALVI CHI PUO’.

Questa realtà, recita Papa Francesco, ha ucciso l’identità culturale di una convivenza focalizzata sulla Persona umana. Inutili gli inviti ad abbattere i muri del Pietismo per aprirsi all’Inclusione Sociale di questi Casi Estremi.

Nel corso del Dibattito sulla Legge 112/2016 cosiddetta Dopo di Noi, relativo al V Convegno Nazionale tenuto dalla nostra Associazione, nel gennaio 2017 a Firenze, fu evidenziato che anche se la Legge disciplina il Terzo Settore, il  Mondo Assistenziale in generale, non apporta niente di nuovo se non le

Esenzioni fiscali. Da qualsiasi angolatura si voglia guardare, resta il fatto che è una Legge tutta improntata sulle condizioni da rispettare affinchè scattino benefici di natura tributaria.

Non si pone il problema, dopo la morte dei Familiari, di cosa accadrà alla Persona Disabile Gravissima in Dipendenza Vitale, proiettata nelle drammatiche realtà esistenziali del Dopo di Noi.

Negli ultimi cinque anni nessuno ha considerato l’Emergenza Sociale che ha registrato la prevalenza del Diritto ad una Morte dignitosa anziché la scelta del Diritto ad una Vita dignitosa. Si è Previlegiato

il Suicidio Assistito ritenendo questa vita non più degna di essere vissuta.

Non siamo riusciti in questi cinque anni, a sconfiggere l’ Indifferenza di una Società che rifiuta di percepire questi Casi Estremi come un problema prioritario di tutti noi. Si finge di non comprendere che ciò che maggiormente osta l’Inclusione Sociale di questi Ultimi, ciò che favorisce la fuga da una Vita ritenuta non più degna di essere vissuta, il Suicidio Assistito, ciò che più offende ed uccide, è la percezione dell’Indifferenza che rende queste Persone Disabili Gravissime: INVISIBILI.

Oltretutto la nostra Proposta viene avanzata nel bel mezzo di una Crisi Globale. La Storia insegna che nel contesto di gravi Crisi Economiche, Politiche e Sociali, la Gente perde qualsiasi orientamento ideologico e morale.

Invisibili semplicemente perché la Società ha chiuso gli occhi davanti alla Disabilità Gravissima. Ne consegue che questi Ultimi, proiettati nel Dopo di Noi, tra di Voi, quando verrà a mancare Loro il Sostegno ed il Conforto affettivo dei Genitori, prenderanno consapevolezza di iniziare il percorso verso il fine vita in drammatica solitudine. Proprio la percezione della Solitudine finirà per previlegiare di concludere al più presto una vita indegna di essere vissuta.

Che piaccia o no, in questa situazione, nonostante l’invito di Papa Francesco, a mettere la FEDE al servizio della PROMOZIONE UMANA, continua a prevalere l’Individualismo: Si salvi chi può.

 

Poi si scopre invece che a Piacenza, Sindaco Reggi, il Sig. Steccato nella sindrome LOCKED-IN, con un elicottero dell’aviazione militare è stato portato in visita da Papa Ratzinger a testimonianza della

attenzione e della sensibilità non solo dell’Amministrazione Comunale ma di una intera Città che si è presa carico di questa Persona ed insieme hanno promosso una iniziativa di indiscussa Solidarietà Sociale.

Recentemente il Presidente Mattarella ha evidenziato che la SOLIDARIETA’ è la struttura portante della Società. Senza Solidarietà, le Società non hanno futuro: sono condannate alla Disgregazione Sociale.

Noi ne abbiamo piene le tasche delle parole abusate come l’Amore e la Solidarietà.

Per questo avanziamo una Proposta concreta affinchè non esistano più Fatti Discriminanti:

da una parte il Continente di chi ce la fa / il Caso Steccato. Ha vissuto con Dignità undici anni assistito da Volontari che ogni giorno lo andavano a trovare aiutandolo a scrivere un Libro di Ricette Culinarie, e

dall’altra il Continente di chi non ce la fa e sceglie attraverso il Suicidio Assistito la fuga da una Vita ritenuta non più degna di essere vissuta.

Lo diciamo forte e chiaro: Pretendiamo che l’Inclusione Sociale di questi Casi Estremi non dipenda mai più dalla sensibilità di “ Questo” anziché “Quel” Sindaco, di “Questa” anziché “Quella”

Amministrazione, di “Quella” anziché “Questa” Città.

Per questo richiediamo ad alta voce di ISTITUZIONALIZZARE l’Inclusione Sociale di questi Ultimi, richiedendo non una nuova Legge, ma l’Integrazione della Legge 112/2016, attraverso Bandi di Servizio Civile.

Se non riusciremo Tutti Insieme finalmente a ricomporre una Società Confusa e Smarrita, nell’obiettivo di una Società che nella Coesione Sociale ritrovi non solo la forza, ma la sua Missione, il suo fine ultimo, vivremo l’angoscia di una Disgregazione Sociale sempre più orientata a favorire la scelta del Suicidio Assistito anziché la Vita Dignitosa.

Concludendo riteniamo la Legge 112/2016 una Legge essenzialmente fiscale che non affronta nel concreto le criticità della Disabilità Gravissima in rapporto alla Collettività quale presupposto essenziale a favore delle future scelte legislative.

Che fare? Ripartire da qui per andare oltre.

Nasce da queste considerazioni l’esigenza di una Integrazione alla legge 112/2016 riferita nello specifico alle persone in Dipendenza Vitale.

Ma da soli non ce la possiamo fare. Per questo richiediamo aiuto al Mondo delle Associazioni, al Mondo Cattolico, a Tutta la Società, invitando ciascuno per propria competenza ad una riflessione politica, culturale, sociale ed assistenziale che riparta dalla Legge 112/2016 per definire un prodotto  legislativo  che finalmente risolva la questione  del Dopo di Noi riferita nello specifico alla Inclusione Sociale delle persone Disabili Gravissime in Dipendenza Vitale.

Vale la considerazione che nessuna Legge al Mondo potrà mai trasferire a questi Ultimi, a questi Casi Estremi, la certezza che non verranno abbandonati Dopo la Morte dei Loro Cari, se Prima, nel Durante, nessuna Legge abbia previsto di inserire queste Persone Invisibili in concreti Progetti di Inclusione Sociale finalizzati a trasferire Loro, CERTEZZA di continuare a far parte di una Comunità che li abbia accettati e si sia impegnata a sostenerli anche Dopo la morte dei Loro Cari.

 

Grazie per l’attenzione   

 

 

"GLI OCCHI: FINESTRA SUL MONDO CHE TRASMETTONO E RICEVONO EMOZIONI" 

GLI OCCHI: FINESTRA SUL MONDO CHE TRASMETTONO E RICEVONO EMOZIONI.

 

Abbiamo pensato di aprire questo Convegno presentandovi gli occhi di chi non ha voce.

Chi non ha voce utilizza gli occhi come unico mezzo di comunicazione con l’altro.

                                              L’unico ponte con il mondo.

E se riuscissimo a creare una danza?  Gli occhi dei “Senza Voce” incontrano la voce del corpo

di una danzatrice. Dov’è il limite? Danzare con gli occhi. Danzare e liberare con il movimento

la leggerezza dei pensieri.

Presentiamo gli occhi, come una finestra aperta sul mondo: trasmettono e ricevono emozioni…




 

 

PROGETTO VITA: Intervento di Laura Andrao in collaborazione con Anna Serena Scholl

 

Volevo iniziare questo mio intervento con una frase di Fabrizio De André: per chi viaggia in direzione ostinata e contraria con un marchio speciale di speciale disperazione.

Desidero porre in evidenza che oggi lo stato diagnostico di Persona con deficit, pur avendo necessità di azioni di supporto, non necessariamente pregiudica nel tempo un suo permanente sviluppo intellettuale e affettivo né una sua permanente maturazione e potenziamento circa le facoltà cognitive ed intenzionali.

Quindi diciamo che lo stato di deficit nella quotidianità non regredisce ma continua comunque a svilupparsi. Uno sviluppo ed un potenziamento che potrebbero avvenire anche durante il Dopo di Noi se la persona con deficit è immessa in un percorso di vita ricco di occasioni ed opportunità finalizzate a tale scopo. Per percorso intendo una fitta rete che valorizzi l’espressione e la manifestazione dei desiderata nonché della socializzazione. Come possiamo quindi assicurare che nel Dopo di Noi non vi sia un arresto di tale sviluppo? Cosa possiamo fare? Abbiamo gli strumenti necessari?

La Legge può essere perfetta ma ognuno di noi se non si sente più ingranaggio della Legge stessa , la Legge non funzionerà mai. Cosa dobbiamo fare? Supportare e potenziare la Persona con deficit ricercando permanentemente le opportunità e le occasioni di sviluppo delle autonomie, delle capacità decisionali ed intenzionali. Far sì che sia parte di un ingranaggio perfettamente costruito.  Quindi così come noi invitiamo la Persona con fragilità ad esprimere volontà, la propria autodeterminazione, allo stesso tempo noi dobbiamo farci raccoglitore di questi desideri. Dobbiamo raccogliere i desideri, capire e poi poterli incanalare nel modo corretto.

Il progetto di vita per il Dopo di Noi, non è altro che un continuo funzionare in concerto con la persona con disabilità per aumentare la sua capacità di esprimere i suoi desideri e la capacità altui di comprenderli. Chi ci assicura che queste competenze e volontà siano rispettate ed accolte nel Dopo di Noi?

Nel Durante Noi / La Famiglia.  Nel Dopo di Noi / Il Giudice Tutelare.

La famiglia immette gli interventi del Prima di Noi in un flusso dinamico progettuale alla ricerca di sempre nuove occasioni ed opportunità per lo sviluppo cognitivo ed affettivo verso una vita autonoma ed indipendente con l’emozione di conoscere ed il desiderio di esistere. Il Giudice Tutelare grazie allo strumento dell’Amministrazione di Sostegno, va a leggere la storia del Durante Noi e garantisce la massima tutela e valorizzazione della Persona con fragilità nel Dopo di Noi. Che cos’è L’Amministrazione di Sostegno? E’ tante cose. E’ una Legge imperfetta ma perfettibile. L’Amministrazione di Sostegno è una figura di grande respiro. L’obiettivo principale e forse unico è quello di dare tutela alle Persone che possono avere necessità di protezione su diversi piani: momentanea o perpetua. A tal proposito l’articolo 1 di questa Legge recita: tutelare le persone prive in tutto o in parte di autonomia con la minore limitazione possibile delle capacità di agire. E’ un abito cucito su misura. Prima di addentrarci nell’analisi del Progetto di Vita ed il suo inserimento all’interno dell’Amministrazione di Sostegno, o del Testamento con onere, vorrei condividere con i partecipanti al Convegno un piccolo riferimento alla figura dell’Amministratore di Sostegno evidenziando le differenze abissali con l’interdizione.

L’autodeterminazione la Drssa. Scholl ce lo insegna, è cosa che nell’interdizione era stata privata del tutto.

Io interdetto non ho più il potere di esprimere qualsiasi mio desiderio, qualsiasi mia volontà. Chi è quindi l’Amministratore di Sostegno? E’ una Persona nominata con decreto dal Giudice Tutelare al fine di assistere, sostenere, rappresentare chi per fragilità, si trovi nella impossibilità anche parziale o temporanea di provvedere in tutto o in parte al compimento delle funzioni della vita quotidiana. Chi è che può chiedere la nomina dell’Amministratore di Sostegno?

 

  1.   il Beneficiario, anche se minore, interdetto o inabilitato;
  2.  i Familiari entro il 4° grado: genitori, figli, fratelli o sorelle, nonni, zii, prozii, nipoti, cugini;
  3. gli affini entro il 2° grado: cognati, suoceri, generi e nuore;
  4.     il Pm;
  5.     il tutore o curatore.

 

Il Beneficiario, è parte importante e fondamentale sia della relazione del Progetto di vita che nella nomina dell’Amministratore di Sostegno. Quando faccio una pratica di Amministratore di Sostegno, e coinvolgo il Beneficiario è il Beneficiario stesso che mi rivela quali sono le  sue debolezze, quali invece la sua forza. I Familiari, gli affini, i Pm, il tutore ed il curatore.

Quando è possibile presentare l’istanza per l’Amministratore di Sostegno?

Per procedere alla nomina di un Amministratore di Sostegno occorre che vi sia un interesse attuale e concreto al compimento di atti per i quali è fondamentale l’Amministratore di Sostegno e che il soggetto interessato non sarebbe in grado di compiere da solo. Non è usuale che si faccia un Amministratore di Sostegno solo per introdurre un progetto di vita. Ma è più tutelata l’Amministrazione di Sostegno con Progetti che tutelino il Dopo di Noi. Ad oggi, così come è la Legge sul Dopo di Noi, ha delle falle nell’Inclusione, nell’espressione dei desideri della persona con fragilità. Diciamo che viene tutelata la parte economica ma non la parte sociale. Questo è molto grave perché il Progetto di vita come lo prevedo io e lo prevede il regolamento dei Giudici Tutelari, per prima cosa prevede la definizione della quotidianità, dei desideri, siano essi affettivi, ludici, sessuali. Insomma tutto ciò che riguarda la persona dall’inizio alla fine. Tutto. Tutto ciò che noi desideriamo da quando ci alziamo al mattino a quando andiamo a letto la sera. La parte economica è solo un supporto della parte sociale. La Drssa. Scholl  può intervenire e dire la sua idea in merito.

E’ importante non solo che la Persona con fragilità sia in grado di esprimere i suoi desideri, ma che ci sia qualcuno che li raccolga ed una terza persona che si faccia carico che questi desideri vengano attuati. E questo lo vedo solo nella figura del Dopo di Noi. Nel Durante Noi , sono i Genitori e la Famiglia. Ma nel Dopo di Noi, lo vedo solo nella figura del Giudice tutelare.

 

INTERVENTO DI ANNA SERENA SCHOLL

 

Sono una psicologa. Voglio raccontare cosa significa per me scrivere un Progetto di Vita. Dopo una esperienza di educatrice, ho lavorato per molti anni a fianco di Persone fragili. Oltre che al percorso come psicologa ho fatto esperienza in moltissimi interventi domiciliari. Lavorando a contatto con le famiglie, ho deciso che volevo rendermi disponibile per approfondire quello che era il lavoro per  le famiglie. Per questo mi sono specializzata in psicoterapia familiare ed avendo incontrato l’Avvocata Laura Andrao, ho capito che insieme avremmo potuto collaborare. Pormi cioè come interlocutore per accogliere le Famiglie nei loro racconti. Ogni volta è un racconto a sé. Per questo non posso raccontare che cosa è un progetto di vita. Nel senso che ogni progetto, ogni storia è unica. Quello che tento di fare è far emergere la voce del desiderio del soggetto con il quale mi rapporto. Quindi in accordo con le sue capacità e con le capacità di tutto il nucleo familiare. Per definire un progetto di vita prendo gli appuntamenti con le famiglie. Richiede serenità ed è un momento per la famiglia molto doloroso. Con il tempo ho scoperto che soprattutto le famiglie dei soggetti fragili nasondono le loro debolezze. Sono famiglie che affrontano difficoltà più grandi delle loro capacità di analizzarle e risolverle. Affrontano questioni che comportano molto dolore. Per questo comporta molte difficoltà tentare di definire un progetto di vita. Nostro compito è di agevolare quella che è la misura del documento che va inteso secondo noi come un proseguimento delle volontà espresse, dell’impegno che la famiglia ha messo nel progetto educativo del proprio figlio. Mi è piaciuto moltissimo quello che ha detto prima Alberto Guerrieri e ciò che è stato riferito negli interventi successivi.

Noi siamo le nostre relazioni. I bambini quando nascono se vengono privati di quello che è  il contatto oculare, l’esperienza successiva documenta il grado di sofferenza che hanno. C’è un escalation di dolore vero e proprio. In questa circostanza, nasce l’idea di sostenere le famiglie che chiedono aiuto e che necessitano delle competenze di uno psicologo che possa aiutare a comprendere meglio. Per questo occorre tempo. Occorrono giorni per accogliere le richieste, i desideri comprendere le necessità. In questo senso la Psicologia offre il suo apporto, il suo contributo a questa difficile battaglia.  

 

INTERVENTO CONCLUSIVO DI LAURA ANDRAO

 

Lo deve, lo deve dare e lo dà. In realtà la mia funzione definisce il contenitore in cui il Progetto di vita può essere messo e fatto rispettare. Perché nel momento in cui andiamo a scrivere nel Durante Noi mettendoci tutte le forze di tutta la Famiglia e della persona stessa con fragilità, noi dobbiamo trasferire  al progetto di vita la capacità di essere espletato  nel Dopo di Noi. E chi è che controlla che il Progetto di vita sia portato avanti? Se a Giulio piace andare al cinema giovedì sera, chi è che ci assicura che Giulio andrà al cinema giovedì sera? O che però ci sarà qualcuno che capirà che Giulio vuol andare al cinema giovedì sera. L’unica persona che mi viene in mente è il Giudice tutelare.  

E come si fa a coinvolgere il Giudice tutelare in un Progetto di Vita? Si fa un’Amministrazione di Sostegno. Quest’ultima può essere un fatto anche doloroso per la Famiglia. Perché uno dice.Ma come? Mio figlio è assolutamente capace, fa cose che nemmeno io sono capace di fare e capire. Qual è la sua fragilità? La sua fragilità è quella di far capire a chi verrà dopo ai suoi genitori suoi desideri.

Oggi sono capace di definire cosa desidero. Ma è probabile che tra dieci anni non sia più capace di definirlo. Il problema quindi è che qualcuno mi assicuri che quello che voglio fare oggi se è la stessa cosa che voglio fare tra dieci anni, la potrò fare. La possiamo fare solo con un controllo, un supporto psicologico e legale. L’intervento dell’Amministratore di Sostegno perché possa essere efficace varierà per intensità e modalità a seconda del piano di intervento individualizzato per il soggetto. L’Amministratore di Sostegno presentando tutta la parte, la storia del progetto di vita al Giudice tutelare si porrà come colui che si va ad intromettere, a colloquiare il meno possibile nella vita del Beneficiario. Perché dove il Beneficiario può, l’Amministratore non deve. Lì dove l’Amministrato riesce, l’Amministratore non deve intervenire. Purtroppo ad oggi l’Amministrazione di Sostegno è

vista come una gestione economica.

Quindi Giulia ha 100 può spendere 20. Perché può spendere solo 20 ? Perché Giulia non può spendere 80 ? Non si sa mai….

No! Giulia vuole spendere 80 e spende 80. Serve proprio quel soggetto che faccia capire che la qualità della vita è più importante di un florido conto in banca se Giulia è quello che desidera adesso. Quindi va specificato che ai fini del rispetto della persona alla sua capacità decisionale residua la figura dell’Amministratore di Sostegno non intende sostituirsi o intervenire in ambiti in cui il soggetto è in grado di provvedere a sé stesso, ma solo dare sostenibilità in caso di bisogno.

Molto spesso queste Famiglie temono la rendicontazione economica. La rendicontazione economica secondo la legge dell’Amministrazione di sostegno non è dovuta. Perché in realtà c’è solo la rendicontazione della qualità della vita. Quindi una relazione.

Come si costruisce il Progetto di Vita? Attraverso relazioni annuali o semestrali a seconda del cambiamento, dell’evoluzione, dell’acquisizione della capacità di autonomia o di uno psicologo o della famiglia stessa depositando la relazione in tribunale. Quindi io genitore non vado più a scrivere mia figlia ha speso 100 per queste necessità o desideri, oppure ha speso 500 perché è volata a Londra.

Il genitore andrà semplicemente a scrivere che la figlia è stata molto bene e in questo mese ha fatto un viaggio a Londra perché le piace viaggiare. Viene relazionato tutto ciò che è la quotidianità, il desiderio, il benessere e l’autodeterminazione della persona. Se il Giudice chiede altro voi dovete rispondere NO! Perché il genitore è tenuto a fare solo la relazione del benessere della figlia. E questo deve essere fatto anche dall’Amministratore di Sostegno che verrà Dopo di Voi.

Quindi nel Dopo di Noi, nel rispetto del Durante Noi.

Che cosa è il Progetto di Vita? Il progetto di vita redatto con una psicologa va a definire, scatta una fotografia di quello che è ora. Non definisce quello che dovrà essere per il motivo che la vita è un continuo divenire, un’evoluzione dinamica. A Giulia oggi piace andare a teatro ma tra un anno può darsi che a Giulia non interessi più andare a teatro. Quindi non viene definito un Progetto statico ma è una costruzione continua. Ciò che desidera oggi non rimane l’obiettivo degli anni futuri.

E’ un continuo divenire come un continuo divenire sono le capacità e le autonomie. La tipologia di questi specifici progetti di vita rende più fertile l’opera dell’Amministratore di Sostegno. In realtà l’Amministrazione di Sostegno non è l’unico modo per presentare un progetto di vita. Esiste un altro strumento anche se è meno sicuro da un punto di vista del controllo. E’ il testamento con onere.

Che cosa è il testamento con onere? E’ un semplice testamento che può essere redatto dai familiari o con l’aiuto di un Notaio. Attraverso il testamento si dà l’onere ad una persona di rispettare il progetto di vita definito per la persona con fragilità e si allega al testamento. Cosa si dirà nel testamento?

Io Laura, madre di Dorotea, lascio il 50 % delle mie sostanze a Francesca, sorella di Dorotea affinchè Lei si prenda cura di Dorotea secondo il seguente modo come da Progetto di Vita allegato. Anche se non è il massimo, in buona sostanza si onera l’altra figlia impegnandola a tutelare la vita autonoma, indipendente, non istituzionalizzata della sorella, persona con deficit. Soprattutto se non si vuole un’Amministrazione di Sostegno. La scelta dell’Amministrazione di Sostegno viene fatta in contraddittorio. Viene chiamato sempre in causa il beneficiario stesso. Tutto viene definito, scritto a quattro mani con lui anche se questo avviene con i Familiari. Ma molto spesso i genitori non esprimono compiutamente i desideri del Beneficiario. E molto spesso i Beneficiari esprimono argomenti con i quali non si parla con i genitori. Per evidenziare che oggi non c’è assolutamente nulla che possa giustificare un’interdizione, una privazione dei Diritti. Il problema consiste nel garantire una continua evoluzione nella comprensione dei desideri, delle volontà e delle autonomie. Questo è ciò che deve essere garantito oggi.

Le Leggi ci sono ma è difficile farle funzionare. E’ difficile perché si sono instaurate cattive prassi. E’ difficile perché il Preside di una scuola dice che non ci sono più posti  per accogliere una persona con Fragilità. E’ difficile perché i Servizi Sociali non fanno progetti ad Personam. E’ difficile perché qualcuno si appella alla Delibera regionale di turno. E’ molto difficile.

L’inclusione non è vicina, è molto lontana ma dobbiamo lavorarci ogni giorno come se fossimo parte di un ingranaggio. Tutti insieme con il nostro lavoro.

Se viene negato qualcosa dobbiamo ricercare il perché non si può. Molto spesso non si vuole e certe volte non si conosce. Quindi è bene che tutti costruiamo il Progetto di Vita insieme.

E’ la qualità della vita che ci permette di vivere sino alla fine nel modo migliore.

 

Grazie per l’attenzione

  

 

" Alberto Guerrieri è intervenuto il 27 luglio scorso in Consiglio Comunale a Piombino per contestare l'indifferenza dell'Amministrazione e della Città nei confronti di una Persona Disabile Gravissima in Dipendenza Vitale che dopo Dodici anni, evidenzio "Dopo Dodici Anni" non è stata ancora inserita in un Progetto che trasferisca a questa Persona la certezza di non essere abbandonato Dopo la morte dei Genitori.  Si finge di ignorare l'ansia di Chiunque si proietti nelle drammatiche realtà del DOPO DI NOI, quando cioè dovranno sopravvivere senza il conforto fisico ed affettivo dei Genitori.

 


 


 

Il Sistema Politico-Sociale di Piombino: E’ COSA SERIA?

Dipende. Nel caso specifico della iniziativa promossa da www.dirittovitadignitosa.it relativa all’Inclusione Sociale delle Persone Disabili Gravissime in Dipendenza Vitale, riportata su Piombino Oggi n. 1 aprile 2018, tra i primi firmatari i Sindaci Giuliani/ Piombino, Nogarin / Livorno, Parodi/Suvereto e numerosissimi cittadini di tutta la Val di Cornia, non avremmo mai sospettato di difenderla dalla MANIPOLAZIONE DEL DIRIGENTE ALESSANDRO BEZZINI.
Giudicate serenamente ma DITE QUALCOSA su questa auto-intervista.

 

 

 no arroganza


 

All’attenzione del Presidente della Repubblica Italiana On. Sergio Mattarella

p.c. Pres.Reg. Toscana Enrico Rossi
Piazza Duomo 10 50122 Firenze
p.c. Ass. Soc. Reg. Toscana Stefania Saccardi
Piazza Duomo 10 50122 Firenze

Oggetto: “Dopo di Noi” riferito alle Persone Disabili Gravissime in Dipendenza Vitale.

Non possiamo più accettare l’indifferenza di una Società che sembra aver girato lo sguardo altrove, di fronte ad una inquietante e drammatica emergenza sociale che da qualche anno registra per questi Casi estremi, per queste Persone “Senza Voce” il predominio del Diritto ad una Morte Dignitosa anziché la scelta per il Diritto ad una Vita Dignitosa.
Da tempo evidenziamo che sono le due facce di una stessa tragedia. La scelta di ritenere questa vita non più degna di essere vissuta e l’altra, altrettanto drammatica, di continuare a vivere in circostanze estreme. Ma ciò che offende e provoca amarezza è il fatto che nel perdurare di una crisi economico-politica-istituzionale che attanaglia l’Italia, oltretutto nel contesto di una Crisi Globale, nessuno, ma proprio nessuno, abbia avvertito la necessità e l’urgenza di una maggiore tutela delle fasce più deboli, i Casi Estremi, le Persone Disabili Gravissime in Dipendenza Vitale, proiettate nelle drammatiche criticità del DOPO DI NOI.

Non è necessario appellarsi alle teorie etiche di Kant in relazione ai fini da perseguire e/o in relazione alle regole universali del corretto agire per comprendere la necessità di trasferire a questi Ultimi, a questi Casi estremi, la certezza che non verranno abbandonati, non verranno lasciati soli dopo la morte dei loro cari.

E’ ormai chiaro a tutti che questi Casi Estremi se non percepiranno che la Società si è posta come obiettivo primario l’esigenza di una concreta Coesione Sociale, quale sua missione, suo fine ultimo, vivranno l’angoscia di una Disgregazione Sociale sempre più orientata a previlegiare il Diritto ad una Morte Dignitosa anziché il Diritto ad una Vita Dignitosa.
Nell’obiettivo di una diversa identità culturale, di una convivenza focalizzata sulla Persona umana, il 24 novembre 2017, la nostra Associazione ha elaborato una
Proposta di Integrazione alla Legge sul Dopo di Noi -112 / 2016, in riferimento allo specifico delle Persone Disabili Gravissime in Dipendenza Vitale, secondo il Parere 103 / 2014, espresso dal Consiglio Sanitario della Regione Toscana ( All. 1 e 2 ).

L’obiettivo è di offrire alle Persone affette da Disabilità Gravissima, l’opportunità di relazionarsi con la Comunità in cui sopravvivono, attraverso un sostegno fisico, morale e psicologico che trasferisca a questi Ultimi, a questi Casi Estremi , la certezza di un’appartenenza ad una Comunità che si sia assunta l’impegno di accettarli e sostenerli anche Dopo la Morte dei loro Cari.
Ciò premesso, abbiamo consapevolezza che il Presidente della Repubblica, date le sue prerogative costituzionali, non può porre in atto iniziative di intervento diretto. Ma nutriamo certezza che non mancherà di richiamare l’attenzione delle forze politiche per ricostruire un sentimento di appartenenza capace di gettare un ponte tra il Continente di chi ce la fa ed il Continente di chi non ce la fa.

La preghiamo di sostenere la nostra iniziativa. Ci fa paura l’assuefazione all’indifferenza.

Con stima, a nome e per conto www.dirittovitadignitosa.it

Piombino 10 marzo 2018
Alberto Guerrieri


Proposta di integrazione alla Legge sul Dopo di Noi - 112 / 2016, in riferimento allo specifico delle Persone Disabili Gravissime in Dipendenza Vitale, secondo il Parere 103/2014, espresso dal Consiglio Sanitario della Regione Toscana.

Si richiede che all’interno di bandi di “ Servizio Civile / Legge 64-2001” sia Nazionale che Regionale, siano riservati dei posti e/o pubblicati bandi specifici per Progetti di Integrazione Sociale a favore delle persone Disabili Gravissime in Dipendenza Vitale.
Offrire alle Persone affette da Disabilità Gravissima, l’opportunità di relazionarsi con la Comunità attraverso un sostegno fisico, morale e psicologico che trasferisca a questi Ultimi, a questi Casi Estremi, la certezza di un’appartenenza ad una Comunità che si sia assunta l’impegno di accettarli e sostenerli anche Dopo la morte dei loro Cari.

MOTIVAZIONI DELLA PROPOSTA DI INTEGRAZIONE ALLA LEGGE
n. 112 /2016

L’esigenza della proposta in oggetto nasce dalla considerazione che il Dopo di Noi, riferito nello specifico alla Disabilità Gravissima, comporta una complessità di problemi tali da rendere questa gestione oggettivamente “Diversa” da tutte le altre.
Le Persone Disabili Gravissime in Dipendenza Vitale sono i Casi Estremi, Persone mute e completamente paralizzate, le sindromi Locked-in degenerative e/o traumatiche che Papa Francesco ha definito gli “Invisibili”.
Lo sono ancora di più nel contesto di una Crisi Globale che ha determinato una enorme faglia sociale tra il Continente di chi ce la fa ed il Continente di chi non ce la fa.
E’ nato così l’individualismo: si salvi chi può.
Questa idea, recita Papa Francesco, ha ucciso l’identità culturale di una convivenza focalizzata sulla Persona umana. Inutili gli inviti ad abbattere i muri del Pietismo per aprirsi all’inclusione sociale di questi Casi Estremi. “Invisibili” semplicemente perché la Società ha chiuso gli occhi davanti alla Disabilità Gravissima.
Ne consegue che questi Ultimi, proiettati nel Dopo di Noi, tra di Voi, quando verrà a mancare Loro il sostegno ed il conforto affettivo dei Genitori, prenderanno consapevolezza di iniziare il percorso verso il fine vita, in drammatica solitudine. Non troveranno supporto neppure nella Fede se verrà percepito di vivere il percorso verso Dio, nella sofferenza della solitudine. Proprio la percezione della solitudine finirà per privilegiare di concludere al più presto questo percorso verso Dio Padre.
Nella serenità della Fede Cattolica, sconfiggere la sofferenza della solitudine terrena.
Tutto questo per far comprendere che questi Casi Estremi se non percepiranno che la Società si è posta come obiettivo primario l’esigenza di rimettere insieme una Società confusa e smarrita nello obiettivo di una Società che nella Coesione Sociale ritrovi non solo la forza ma la sua missione, il suo fine ultimo, vivranno l’angoscia di una disgregazione sociale sempre più orientata a privilegiare il Diritto ad una Morte dignitosa anziché il Diritto ad una Vita dignitosa.
Nella considerazione che la nostra Associazione è stata insignita nel 2013 della Medaglia del Presidente della Repubblica per il forte contributo a sostegno della Legge sul Dopo di Noi, ci sia consentita una riflessione critica sulla concretezza della Legge 112 che definisce quello che i Genitori, le Famiglie, i Parenti allargati possono fare a favore del Privato in una prospettiva di morte e/o di impedimento dei genitori in vita.
Quindi una Legge essenzialmente fiscale che non affronta nel concreto le criticità della Disabilità Gravissima in rapporto alla Collettività quale presupposto essenziale a favore delle future scelte legislative.
Che fare? Ripartire da qui per andare oltre.
Nasce da queste considerazioni l’esigenza di una integrazione alla Legge sul Dopo di Noi riferita nello specifico, alle Persone Disabili Gravissime in Dipendenza Vitale.
Ma da soli non ce la possiamo fare.
Per questo richiediamo aiuto concreto alle Associazioni, al Mondo Cattolico, a Tutti, invitando ciascuno per propria competenza ad una riflessione politica, sociale ed assistenziale che riparta dalla Legge sul Dopo di Noi per definire un Prodotto legislativo che finalmente risolva la questione del Dopo di Noi riferito nello specifico alle persone Disabili Gravissime in Dipendenza Vitale. Vale la considerazione che nessuna legge al Mondo potrà mai trasferire a questi Ultimi, a questi casi Estremi, la certezza che non verranno abbandonati dopo la Morte dei loro Cari, se prima, nel durante, nessuna Legge abbia previsto di inserire queste Persone Invisibili, in concreti Progetti di Inclusione Sociale finalizzati a trasferire Loro certezza di continuare a far parte di una Comunità che li abbia accettati e si sia impegnata a sostenerli anche dopo la Morte dei Loro Cari.

 

A nome e per conto www.dirittovitadignitosa.it

Piombino 24 novembre 2017
Alberto Guerrieri

 


 PiombinoOggi

Proponiamo alcune considerazioni espresse ai Comitati della Società della Salute e Consulte per il Sociale /22 Settembre 2017 a livello della Val di Cornia e della Bassa Val di Cecina in relazione alle nuove Indicazioni Ministeriali attinenti i Progetti della Regione Toscana sul Dopo di Noi in riferimento esclusivamente alle Persone Disabili Gravissime in Dipendenza Vitale:

 

 

 

L'EDUCAZIONE INTERGENERAZIONALE

Sperimenta l'Educazione tra due Generazione:

Persone anziane ma ancora autosufficienti insieme con ragazzi affetti da leggere e medie criticità

E' l'esatto opposto di ciò che accade nella realtà. Oggi le Generazioni non si incontrano perchè l'anziano viene recepito come qualcosa di obsoleto e pertanto inutile, quasi un peso.

La sperimentazione di questi progetti intergenezionali è ormai diffusa in tutta Europa. L'Italia è il fanalino di coda. Noi da anni ci battiamo per questo progetto indipendentemente da qualsiasi ingerenza politica, sociale o quant'altro.

PER QUESTO CHIEDIAMO A TUTTI, ANCHE A TE, DI SOSTENERLO CON LA TUA FIRMA.


Il Sindaco di Suvereto, Giuliano Parodi ha pienamente condiviso l'originalità della proposta dell'Ass. Diritto Vita Dignitosa, in data 16 agosto 2017, attinente l'analisi delle attuali e future criticità sociali, in rapporto alla tendenza in atto in tutta Europa a sperimentare nuove forme di Educazione Intergenerazionale . Già definite con il Sindaco di Suvereto, priorità per una corretta cooperazione.

foto con parodi

 


 

In data 5 Settembre 2017 il progetto di Educazione Intergenerazionale, presentato in data 6 Settembre 2016 e riferito alle specifiche criticità sociali di Piombino, verrà nuovamente proposto al Sindaco Massimo Giuliani.

Per quanto concerne la domanda di colloquio a suo tempo avanzata al Sindaco di Campiglia Rossana Soffritti, restiamo in attesa di essere convocati.

 

A sostegno del progetto di Educazione Intergenerazionale, è in corso la raccolta di firme presso la Croce Rossa Italiana di Venturina. Attraverso il Pres. Maurizio Landi ringraziamo tutti per il sostegno alla nostra iniziativa.


 

 Morte Loris Bertocco

Non consentiremo di veicolare il DIRITTO AD UNA MORTE DIGNITOSA come libera scelta, espressione di una libera volontà quando invece questa drammatica decisione è maturata nella sofferenza per la mancata assistenza, come nel caso Bertocco. Non staremo zitti di fronte all'indifferenza di una Società che non ponga l'inclusione di questi Ultimi di questi casi estremi come un problema di tutti noi.

 


Conferenza Regionale sulla Disabilità - Gennaio 2015

RELAZIONE: Alberto Guerrieri, referente “ Diritto ad una Vita Dignitosa”.

Preso atto che nella due giorni della Conferenza, tutti gli interventi hanno relazionato una serie di iniziative ( ben 107 relazioni) consistenti nell’evidenziare come il ricovero in Residenze Sanitarie Assistite e/o Fondazioni, sia stata la corretta soluzione del “dopo di noi” per specifiche disabilità, è stato fatto notare come nessuna Associazione abbia affrontato le criticità del “durante e dopo di noi” riferite alle

” Persone con Disabilità Gravissima in Dipendenza Vitale”
PARERE 103/2014, del Consiglio Sanitario Regionale, nella Seduta del 4 novembre 2014.

Premessa l’esperienza acquisita in dieci anni nell’assistere Persona nella sindrome LOCKED-IN traumatica circa la complessità dei problemi consistenti in interventi di carattere assistenziale e socio sanitari, è stato evidenziato come siffatte criticità, da anni abbiano trovato soluzione attraverso “Programmi Operativi Regionali” atti a garantire la permanenza a domicilio e nel proprio contesto di vita, delle Persone con Disabilità Gravissima in Dipendenza Vitale, che necessitano a domicilio di assistenza continuativa e monitoraggio di carattere socio-sanitario nelle 24 ore , per bisogni complessi, derivanti dalle gravi condizioni psico-fisiche con “ l’ ACCERTATA COMPROMISSIONE” delle funzioni respiratorie, nutrizionali e di mantenimento di tutte le attività di base della vita quotidiana, proprio per l’assenza di ogni capacità motoria ( PARERE 103/2014).
E’ stato fatto notare inoltre che “l’ACCERTATA COMPROMISSIONE” si sviluppa nel solco della nostra Proposta di Legge Nazionale di Iniziativa Popolare, presentata nel
III Convegno Nazionale / Firenze novembre 2013, sintetizzata nel concetto:
“ UNICUIQUE SUUM”, a Ciascuno il Suo, in relazione alle reali e concrete necessità assistenziali riconosciute esigibili da una apposita Commissione di Valutazione Regionale”.
In riferimento alla tesi esposta, viene avanzata la richiesta che anche la Regione Toscana, definisca come altre Regioni, “Programmi Operativi” atti a garantire la permanenza a domicilio e nel proprio contesto di vita, delle Persone con Disabilità Gravissima in Dipendenza Vitale.

Piombino 25 gennaio 2015
Alberto Guerrieri


 LEGGE "DOPO DI NOI"

Favorevoli e/o Contrari

FAVOREVOLI

RENZI:

"Dopo di noi" è legge: via libera dalla Camera all'assitenza ai disabili senza genitori. Renzi: "Atto di civiltà"
Approvato in via definitiva il ddl sull'assistenza a favore delle persone con disabilita' quando i genitori non ci saranno più. Contrari M5s. Ecco cosa prevede il provvedimento

Legge 'Dopo di noi', Renzi: "Atto di civiltà, la politica si prende carico degli ultimi"

"Dopo di noi" è legge: via libera dalla Camera all'assitenza ai disabili senza genitori. Renzi: "Atto di civiltà"Con 312 "sì'", 64 "no" e 26 astenuti, la Camera ha approvato in via definitiva il disegno di legge "Dopo di noi" sull'assistenza alle persone con disabilita' grave dopo la morte dei genitori o del tutore. Hanno votato a favore tutti i partiti tranne M5S che si e' opposto e Sinistra italiana che si e' astenuta.

La legge sul #dopodinoi è un fatto di civiltà per migliaia di famiglie. Sono orgoglioso dei parlamentari che l'hanno voluta e votata. Grazie

"Oggi in aula ho sentito tanta retorica sull'handicap, ma fortunatamente abbiamo voltato pagina con la legge per il Dopo di noi. Questa è una giornata di festa per i genitori  delle persone con disabilità grave", ha dichiarato la deputata del Pd, Ileana Argentin, subito dopo il voto finale alla legge. "Sono certa che noi del Pd ce l'abbiamo messa proprio tutta per passare dalle parole ai fatti, come dimostra il nuovo capitolo di bilancio che prevede tanti soldi, ben 180 milioni di euro in tre anni. Ho già detto più volte che per me questa legge da sola basta a dare un senso alla legislatura - aggiunge la deputata - e sono davvero orgogliosa del risultato raggiunto. Soprattutto perché da oggi sarò in grado di rispondere a tanti genitori che aspettano da anni una prospettiva per il futuro e un sostegno". I Cinquestelle hanno votato contro ritenendo la legge "un favore ai privati e alle fondazioni".

RE Inchieste "Non c'è futuro per i disabili rimasti orfani"

Disabili e famiglie, ecco cosa prevede la legge 'Dopo di noi': Il provvedimento contiene le nuove norme in materia di assistenza alle persone con disabilità grave dopo la morte dei genitori. Era atteso da anni dalle associazioni dei portatori di handicap che hanno molto contribuito a migliorare il dispositivo.

Per la prima volta viene istituito un Fondo specifico, con 90 milioni di euro per quest'anno, 38,3 milioni per il 2017 e 56,1 milioni dal 2018. Previste anche agevolazioni e sgravi fiscali per il patrimonio che i genitori decideranno di lasciare in eredità per la cura dei loro figli, affidandolo ai parenti o a enti e onlus. La legge prevede inoltre un 'progetto individuale di cura e assistenza del disabile', da mettere a punto ancor prima che vengano a mancare i parenti. In sostanza, i genitori potranno decidere a chi affidare la gestione del figlio disabile e del patrimonio destinato al suo sostegno già durante la vita familiare, senza aspettare che uno dei due venga a mancare.
Legge 'Dopo di noi', Renzi: "Atto di civiltà, la politica si prende carico degli ultimi"

Il testo che era stato approvato nel primo passaggio alla Camera prevedeva agevolazioni fiscali per la formazione di trust destinati a disabili gravi. Il beneficio è stato esteso, al Senato, anche alla costituzione di vincoli di destinazione e di fondi speciali. Il 'Dopo di noi', infine, legittima e favorisce la nascita di realtà già esistenti come il co-housing e gli appartamenti condivisi da ragazzi disabili, che diventano indipendenti attraverso esperienze abitative di gruppo: negli ultimi anni città come Roma, Milano e Torino queste esperienze si sono moltiplicate. In questo sistema saranno coinvolti attivamente comuni, regioni ed enti locali.

Fonte: Repubblica.it


CONTRARI

M5S: «Numeri e ragioni del nostro no al “dopo di noi”»

di Giulia Di Vita (deputata Movimento 5 Stelle, Commissione Affari Sociali)

Esclusiva. Prima di entrare nel dettaglio rispetto al voto contrario del Movimento 5 Stelle alla Proposta di legge, approvata in via definitiva dalla Camera martedì scorso, per prima cosa desidero sottolineare come questa decisione abbia determinato l'innalzamento dell'asticella del dibattito rispetto a questo tema.
Un fattore, questo, tutt'altro che secondario dal momento che temi sensibili e importanti come quello della disabilità sono spesso considerati di “nicchia” e costretti dai media in spazi marginali. Per non sollevare un vespaio, forse al movimento di cui faccio parte sarebbe convenuto votare a favore della proposta di legge o, al massimo, astenersi. Ma la convenienza non è la ragione per la quale siamo entrati in Parlamento. A costo di risultare impopolare, il nostro approccio è quello di valutare nel merito ogni testo di legge: solo su quello basiamo le nostre valutazioni, a prescindere da qualsiasi tornaconto.
A nostro parere, dati e numeri alla mano, non è stata segnata alcuna pagina storica per il mondo della disabilità.
Partiamo dalla definizione della platea di cui stiamo parlando: il Dopo di noi si rivolge a circa 150mila persone, i disabili che ancora vivono in famiglia. Il totale dei cittadini disabili in Italia invece ammonta a circa due milioni (dati Istat). Il fondo per il Dopo di noi, istituito per quest'anno e per quelli a seguire, sarà pari a 90 milioni di euro e il 40% (circa 36 milioni) andranno agli intermediari privati di servizi - assicurazioni e fondazioni che istituiscono trust - ,mentre il resto per attività legate al pubblico . Precisiamo ulteriormente che, per il solo 2017, a polizze e trust - sottolineiamo come le bozze originali della legge non presentasse affatto la presenza di quest'ultimo istituto - andranno circa 52 milioni. Se tutti i cittadini aventi diritto chiedessero di accedere ai servizi pubblici previsti dal fondo sul Dopo di noi, il conto sulla quota annuale destinata a ciascuno di loro sarebbe presto fatto: 60 milioni diviso 150 mila fa 30 euro a persona. Non serve aggiungere commenti.
Non bastasse, il vulnus principale della Pdl sta nel fatto che, contrariamente a quanto dichiarato dalla maggioranza, viene aumentata la forbice e la discriminazione tra famiglie povere e famiglie che godono di una buona situazione economica. Per accedere alle agevolazioni delle polizze assicurative sulla vita, infatti, bisogna avere un reddito superiore a 20.000 euro l'anno. Entrando ulteriormente nelle pieghe del provvedimento , l'accesso ai benefici del cosiddetto trust - un accordo tra privati dove il genitore lascia il proprio patrimonio in gestione a un trustee, il quale può essere sia persona fisica sia una fondazione – è consentito soltanto a chi abbia un reddito superiore a un milione e mezzo di euro. Sapete quante sono le persone che potranno scegliere se usufruire di questo strumento? 1430.
Quindi la domanda di fondo è: a chi risponde questa legge? Quali famiglie aiuta, davvero?
Chi gode di condizioni economiche favorevoli già ricorre alle soluzioni sopra indicate e da oggi sarà solo incentivato ulteriormente a farlo. Alla fine, il maggior beneficiario di questo provvedimento sarà il privato, mentre il pubblico continuerà progressivamente a fornire servizi sempre più inefficienti, come ammesso esplicitamente anche dalla relatrice della legge, la deputata del Pd Ileana Argentin, durante un suo intervento in Aula. Noi crediamo, invece, che leggi fondamentali come la 328/2000 che definisce già gli obblighi dello Stato su questo tema debbano finalmente essere messe in pratica ed è lì che vanno diretti i dovuti investimenti. Inoltre, da 16 anni attendiamo la definizione dei Livelli Essenziali delle Prestazioni Sociali e ancora attendiamo di sapere che fine abbia fatto il Piano biennale di Azione per le persone con disabilità, adottato dal Governo Letta nel 2013 e per il quale da allora non è stato stanziato un euro.
Per le ragioni sopra elencate e altre ancora, il Movimento 5 Stelle ha deciso detto di “no” al Dopo di noi. Ci assumiamo la responsabilità di non votare leggi che non condividiamo, che aumentano le discriminazioni, che sostengono il privato a discapito del pubblico, che non portano reali benefici ai cittadini e che, infine, usano strumentalmente proprio le fasce più fragili e bisognose della popolazione.

Fonte: ilsole24ore.com


 

Premesso che il breve colloquio....

Stamina: I malati adesso vanno in Israele.