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Intervento DOTT. LUCA PAMPALONI
Autore di “Il cuore a sinistra, senza ruota di scorta”

Non preoccupatevi se non capite, perché il mio assistente personale tradurrà quello che dico.
Io ho preparato un intervento scritto perché avevo un po’ di cose da dire, però prima di questo volevo dire due o tre cose.
Mi dispiace molto che proprio nell’ultima fase di preparazione del convegno ho avuto problemi tecnici con il computer. Questo mi ha impedito di chiedere una rettifica. Quindi, la faccio ora e mi scuso di nuovo. Io non sono il Presidente della AVI Toscana, faccio parte della segreteria operativa, però non sono il Presidente. Questa era la rettifica.

Io scelgo di leggere ugualmente l’intervento, anche se purtroppo dobbiamo lamentare un piccolo stravolgimento del programma. Questo intervento era scritto pensando alle conclusioni da parte della Regione Toscana. Quindi, ci sono anche cose molto precise. Io le tengo lo stesso perché comunque un po’ di concretezza non fa male. Per ora mi fermo e faccio leggere il mio intervento.

Il diritto a una vita dignitosa per te persone disabili gravissime
Dovendo preparare in anticipo questo intervento, non posso evitare il rischio di ripetere concetti già espressi dagli autorevoli relatori che mi hanno preceduto.
Oggi, in generale, anche tra coloro che vogliono richiamarsi alla Costituzione lo si fa in modo approssimativo e incompleto. Il primo dato da tenere presente è che non può essere casuale il fatto che i costituenti abbiano posto uno di seguito all'altro i principi di libertà e il principio dell'eguaglianza. Non dimentichiamoci che questi principi sono complementari ed entrambi concorrono alla definizione del regime democratico.
Tuttavia, la formulazione degli articoli 2 e 3 della Costituzione ha delle specificità che la staccano notevolmente dalle Costituzioni ottocentesche.
Intanto, l'articolo 2 è di una strabiliante chiarezza, sancisce l'inviolabilità dei diritti dell'uomo e chiama tutte le istituzioni della Repubblica non solo a riconoscerli ma a garantirli:

"La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale".

La grossolanità cui accennavo prima si esplicita soprattutto quando molti citano soltanto il primo comma dell'articolo 3:

"Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali".

Se l'articolo si fermasse qui, la nostra Costituzione non sarebbe troppo diversa da quelle dell'ottocento.

Invece, i padri costituenti aggiunsero subito il secondo comma:

"È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese".

Trovo scandalosamente tragico che moltissimi esponenti, anche del cosiddetto centro sinistra, a partire da moltissimi amministratori locali, abbiano dimenticato questo secondo comma dell'articolo 3 della Costituzione.

Per noi disabili soprattutto gravissimi questo secondo comma è di vitale importanza perché in riferimento a noi la distinzione tra "libertà negative" (libertà dallo Stato) e "libertà positive" (libertà dal bisogno, che richiedono l'intervento pubblico per essere garantite e attuate) non ha alcun valore, perché ciascuno di noi necessita dell'aiuto altrui anche per esercitare quelle libertà che le altre persone esercitano per proprio conto. Oggi, ad esempio, io non potrei esercitare la libertà di manifestazione del pensiero (ritenuta la libertà principale) senza l'aiuto del mio assistente personale che prima mi ha aiutato a venire qui e ora sta leggendo e traducendo ciò scrivo e dico. Senza contare che i disabili gravissimi necessitano di assistenza personale anche per espletare funzioni vitali come bere un bicchier d'acqua e mangiare.